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giovedì 21 agosto 2014

Perchè diffido delle piccole case editrici

Tanti mi chiedono perché abbia scelto di autopubblicarmi supportata da un sito internet. La domanda è più che lecita in quanto uno scrittore emergente, data la sua condizione di "novizio", avrebbe proprio bisogno di qualcuno che lo guidi nei meandri del mercato editoriale e, in effetti, il fai da te ti porta ad essere completamente solo.
Ma davvero appoggiarsi ad una media/piccola casa editrice è indice di sicurezza e garanzia?

Una volta funzionava in maniera semplice ma efficace: si scriveva e si spediva in giro il proprio lavoro. Se qualcuno lo apprezzava si veniva contattati e la casa editrice in questione si offriva di pubblicarti accollandosi tutte le spese necessarie. Certo, non era facile farsi notare, oltre che bravura serviva fortuna, tanta autostima e moltissima pazienza e forse non era ancora abbastanza, però qualcuno ci riusciva.

Ora il mercato si è espanso, le grandi case editrici puntano solo ai nomi già noti e le piccole, spuntate dall'oggi al domani, cercano di tirare avanti come possono. Inoltre è risaputo che in Italia si scrive molto ma si legge pochetto, poi con l'avvento di internet e della multimedialità il settore è andato in crisi. Fatto sta che per restare a galla, i piccoli editori hanno iniziato a pubblicare chiunque, offrendo agli autori improvvisati contratti costosi ma infarciti da grandi promesse.

Funziona in questo modo: all'inizio c'è il colloquio con il boss che, dopo aver ricevuto il tuo manoscritto, vuole conoscerti di persona. Ti dice che il lavoro gli è piaciuto e che ci vede del buono ma prima di pubblicare deve affidarsi al giudizio dei suoi editor (un team di persone assunte per la revisione e la correzione delle bozze). Vuole essere sincero con te, per cui ti racconta che gli editor sono spietati, non prendono in considerazione nulla che non sia davvero promettente, per cui tu, autore in erba, vieni convinto del fatto che sotto ci sia un lavoro svolto con serietà e criterio.
Successivamente ti tengono con il fiato sospeso per alcune settimane finché non arriva la fatidica telefonata:
"Abbiamo visionato la tua opera e abbiamo il piacere di comunicarti che ti pubblicheremo", Tu sei bravissimo, vedrai che con il nostro aiuto venderai migliaia di copie!", "Investiamo su di te e non ti lasceremo mai solo, ti organizzeremo grandi serate di presentazione alle quali verranno anche molti giornalisti, sarà un successo!", "Ti forniremo gratuitamente il codice ISBN che serve ad identificare la tua opera. Ricorda, comprandolo ti verrebbe a costare uno sproposito!". Più o meno è questo che si sentono dire gli illusi autori che cadono in questa rete, del resto diciamolo, chi non resta affascinato da simili lusinganti promesse?
E allora, esaltati dall'inizio della nuova avventura, ecco pronti assegni da tremila euro che gli sventurati creduloni infilano nelle mani dei loro sponsor, convinti che sia una spesa necessaria, un primo faticoso gradino per raggiungere la vetta del successo.

Poi il libro va di fatto in stampa producendo uno svariato numero di copie che supera di gran lunga il centinaio. Alcuni volumi li tiene l'editore che li mette in vendita nella sua libreria, gli altri sono tutti a carico dell'autore. All'inizio l'opera viene messa in vetrina ma ben presto scompare, sostituita dai titoli degli scrittori più famosi.
Viene organizzata una serata di presentazione alla quale al massimo partecipano alcuni giornalisti locali che, per contratto, scrivono due righe sul tuo lavoro, piazzandole in una delle ultime pagine del quotidiano che li manda. Il tempo passa e alla fine ciò che resta al nostro scrittore non è altro che una manciata di promesse non mantenute, molti sogni infranti e centinaia di copie da vendere per cercare almeno di pareggiare i conti con quello che ha speso per pubblicarle.

E' facile contattare una piccola casa editrice, solo dalle mie parti ce ne sono a bizzeffe, ed è altrettanto facile cadere nel loro tranello, soprattutto se si è poco bravi ma si continua a coltivare un sogno impossibile.

L'autopubblicazione non garantisce il successo e nessuno ti può dire se si è bravi davvero o si è scrittori scarsi, ma almeno consente di evitare brutte cantonate e risparmiare qualche migliaio di euro. Si spende solo per ciò che si stampa e non c'è l'obbligo del numero fisso, si può avere anche una sola copia del proprio libro. Certo, per il lavoro di editor ci si deve arrangiare, così come per la scelta della copertina e dell'impaginazione, ma tutto sommato è il minimo. E' consentito acquistare a noleggio anche un codice ISBN che consente una maggior pubblicità mediatica e grazie al quale si possono distribuire alcuni libri ai rivenditori specializzati. tale codice in genere dura due anni e costa una cinquantina di euro. Se risulta utile, alla scadenza si può decidere di ricomprarlo o di lasciar perdere.
Successivamente saranno le persone che vorranno leggere la tua opera a farti capire se si vale qualcosa. Personalmente ho ricevuto molta soddisfazione dai miei lettori, soprattutto da quelli che hanno deciso di acquistare un mio libro senza conoscermi e senza essere spinti da grandi pubblicità. Non ho mai pubblicato supportata da piccole case editrici, in genere mi fido poco di coloro che ti infarciscono la testa di speranze, ma conosco persone che lo hanno fatto e ne sono rimasti scottati. Mi sono capitati tra le mani libri costosi e scritti male, con errori di ortografia molto gravi (forse gli editor spietati quel giorno avevano la congiuntivite!) ed è triste rendersi conto di essere stato raggirati in nome di un sogno!

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